Via diretta da est a Caserine Basse

Giorgio Madinelli ed Enrico Girardi il 2 luglio 2023.

L’ipotesi originaria era quella di partire dal Clapòn del Vuar ed arrivare in vetta a Caserine Basse; il dislivello non è proibitivo, soli 1100 m, ma lo scomodo accesso al Clapòn del Vuar, l’impossibilità di realizzare tutto in giornata, con conseguente obbligo di un pernottamento all’addiaccio e relativo peso supplementare nello zaino, mi ha costretto a rivedere i piani.

Certo, avrei potuto attendere che il Parco Naturale delle Dolomiti Friulane, erigesse un bel bivacco nei pressi del Clapòn dal Vuar, ma presuppongo che avrò i capelli bianchi quando ciò accadrà (se accadrà). Comunque lancio l’idea: sarebbe un bel posto per fumatori di canne e coppiette in cerca di notti d’amore. Di solito i bivacchi sono al servizio di alpinisti e avventurieri, ma è una categoria esigua, in via di estinzione: e allora dai Parco delle Dolomiti Friulane, alcove sono sempre gradite a patto che ci sia legna già tagliata da bruciare.

Tornando al discorso iniziale, vista l’impossibilità di realizzare integralmente i miei propositi, li ho accorciati: invece che partire dal Clapòn del Vuar, ho cercato un accesso alla desiderata placconata, a quota 1400 m circa, nel punto dove le varie placconate scaricano le acque e danno origine al Rug Palasimon; ero a conoscenza del luogo per aver realizzato con Ilaria e Greta la Via Palasimòn. Così siamo andati, io ed Enrico, a cercare l’accesso alla placconata, scendendo da Forcella Palasimòn.

Ecco qui l'itinerario sulla Carta 1:5.000.

E qui l'accesso alla placconata contestualizzato in una immagine.

Si monta subito su belle cenge frequentate dai camosci.

Si giunge nel canalone scolatore della placconata dove ci sono dei grandi massi (il primo è visibile in centro della foto qui sopra); i massi sono evidenziati anche nella Carta 1:5.000 a quota 1700 m circa.

Sopra la zona dei massi una ostruzione obliqua si supera con un lungo tratto di primo su placche esposte (si passa alla sinistra della grotta visibile al centro dell'immagine qui sopra).

Seguono altre ostruzioni oblique, molto più semplici.

Si monta su una grande placca, inizialmente appoggiata che poi s'impenna; si prende lo spigolo sinistro della placca, erboso, ma esposto.

Si prosegue per canali e spazi erbosi, piegando a destra dopo il superamento dei due pinnacoli ben evidenti nella immagine qui sopra.

Per roccette ed erba in cima, la quale non è documentata perché non si vedeva a dieci metri.

Conclusioni: via in ambiente straordinario, non difficile, da ascrivere alla pratica escursionistica. L'escamotage di ridurre la lunghezza, permette di vivere solo la parte più rocciosa della placconata, certamente più appagante delle probabili mughete della parte bassa. Peccato per la giornata: sob!